Siete buoni quando non siete che voi stessi.

"E un anziano della città domandò: Parlaci del Bene e del Male.
Ed egli rispose:
Io posso parlare del vostro bene, ma non del vostro male.
Poiché il cattivo non è che il buono torturato dalla sua fame e la sua sete.
In verità, il buono affamato può cercare il cibo in una caverna oscura, e assetato può bere un’acqua morta.

Siete buoni quando non siete che voi stessi.
Ma anche se non siete un’unica cosa con voi stessi, voi non siete cattivi.
Poiché una casa divisa non è un covo di ladri; è solo una casa divisa.
E una nave privata del timone può errare all’infinito tra isole rischiose senza fare naufragio.
Siete buoni nello sforzo di dare voi stessi,
Ma non siete cattivi nel guadagnare per voi.
Poiché, guadagnando, non siete che una radice avvinghiatasi alla terra per succhiarne il seno.
Certo, il frutto non potrà dire alla radice, “Sii come me, maturo e pieno, nella mia facile abbondanza”.
Poiché, come il frutto ha bisogno di dare, così la radice ha bisogno di ricevere.

Siete buoni quando la vostra parola è cosciente,
Ma non siete cattivi nel sonno quando la vostra lingua vaneggia.
Anche un discorso confuso rinforza una debole lingua.
Siete buoni quando v’incamminate alla meta, tenaci e con piede sicuro.
Ma non siete cattivi se vi andate zoppicando.
Anche gli zoppi non tornano indietro.
Ma voi, che siete agili e forti, non assecondate lo zoppo, stimandovi cortesi.

Voi siete buoni diversamente, e non siete cattivi quando non siete buoni,
siete soltanto svogliati e pigri.

Peccato che può il cervo insegnare alla tartaruga a essere veloce.

Un gigante è chiuso in voi; e nel volerlo sta la vostra bontà; e questa è in tutti gli uomini.
In alcuni è un torrente che scende a precipizio verso il mare, sradicando segreti alle montagne e canzoni alle foreste.
E in altri è una corrente calma che curva divagando e langue prima di sfociare ai lidi.
Ma chi desidera molto non dica a chi desidera poco, “Perché tu esiti e indugi?”
Poi che il buono in verità non chiede a chi è nudo, “Dov’è il tuo vestito?”. E a chi è senza tetto, “E la tua casa?”.

Gibral Kahlil Gibran, Il Profeta, Ugo Guanda Editore, 1981
Foto: courtsy of Flickr (http://www.flickr.com/photos/bacillus/353725304/)

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