Per vivere bene (a tutte le età), attenzione al peso!

Michele Carruba, professore di Farmacologia all'Università degli Studi di Milano e presidente della Società Italiana dell'Obesità, viene considerato il massimo esperto nazionale di nutrizione. Come diceva il filosofo tedesco Feuerbach, l'uomo è quello che mangia. Mangiando meglio stiamo meglio. Da tutti i punti di vista. "La nostra biochimica cambia e ragioniamo meglio", dice Carruba, un sessantenne senza un grammo di grasso che sprizza energia e buonumore.

Da due anni è anche presidente di Milanoristorazione, la società municipalizzata che fornisce pasti ai bambini degli asili e delle Elementari e agli anziani: un lavoro appassionante e di grande responsabilità. Perché i bimbi e gli anziani sono due categorie particolarmente delicate, che hanno un gran bisogno di nutrirsi in modo corretto. Per crescere bene gli uni e per invecchiare bene gli altri.

Ex campione di fioretto, ha imparato molto da questo sport: "Mi ha aiutato a capire l'avversario e a intuire le sue mosse pur senza poterlo vedere in faccia, perché il caschetto la nasconde completamente. Psicologia, benessere e cibo sono le sue tre passioni. Approfondisce l'argomento psicofarmaci, è il primo a studiare i neurotrasmettitori che fanno provare la sazietà, l'impulso sessuale e l'umore. E pubblica studi rivoluzionari su come si possa cambiare la biochimica cerebrale attraverso l'alimentazione.

"Per favorire il rendimento scolastico dei bambini bisogna nutrirli bene, e anche insegnare loro a nutrirsi correttamente. E' da piccoli che si apprendono comportamenti che durano tutta la vita", spiega. Per questo ha voluto che gli studenti avessero un orticello scolastico da coltivare; che imparassero di prima mano le caratteristiche di frutta e verdura; che gustassero cibi sani cotti in vari modi, così si rendono conto ciò che fa bene è anche buono se lo si prepara in modo appetitoso. Parecchie mamme si sono rivolte a lui per ringraziarlo: ora i loro figli mangiano sano senza protestare. Anzi, leccandosi i baffi

Articolo: riportato integralmente da www.affariitaliani.it
Foto: http://www.flickr.com/photos/pariolinius/1582333634/

Il tabù della vecchiaia. Castellitto al Giffoni festival

Ospite attesissimo, il primo ad essere annunciato come sicuro partecipante alla 39ª edizione di Giffoni Experience, Sergio Castellitto è arrivato oggi in Cittadella per incontrare giurati, giornalisti e tutto il pubblico della piccola cittadina campana che ormai, a pieno titolo, è definita “la città del cinema”.
L’attore romano, protagonista di film indimenticabili come “Non ti muovere”, e spesso regista delle sue stesse fatiche cinematografiche, si è soffermato innanzitutto a parlare di Tabù, tema portante di questa edizione del Festival, spiegando che secondo lui «il tabù di oggi è la vecchiaia, e la televisione è il vero danno».
Parlando del suo prossimo film, “La bellezza del somaro”, che ha scritto assieme a Margaret Mazzantini e che interpreterà con Laura Morante, oltre a dirigerlo, l’attore e regista ha dichiarato che «nel film si parla si vecchiaia e morte ma in modo divertente e comico. E’ un tema serio che racconta di 17enni che non vedono l’ora di diventare grandi, e di 50enni che non sanno essere adulti e non vogliono invecchiare».
«Se oggi c’è un tabù - ha aggiunto - è quello della vecchiaia. Si consente a tutti, per fortuna, di essere gay, c’è il presidente del più
grande Paese del mondo che è nero, ma non si consente alle persone di essere vecchie. “Vecchio” è una parola che riguarda tutti ma viene usata come un’offesa. Il resto del cast del film lo stiamo definendo ma sarà sensazionale, metteremo insieme attori con esperienze diverse tra loro».
Castellitto ha accennato anche agli altri suoi progetti, tra cui “Questione di punti di vista” di Jacques Rivette, che dovrebbe andare alla Mostra del cinema di Venezia, in cui interpreta il ruolo di un manager milanese che diventa un clown. «Quando faccio un film - spiega - penso a quello che diceva Vittorio Gassman: "Se ti trovi bene sei contento. Se non ti trovi bene ma hai già firmato il contratto ti trovi bene lo stesso”. Il vero danno lo fa la televisione, che è considerata la chiesa. Parlo del rapporto che hanno le persone con la televisione, in tutti i sensi: è il vero gesto di conformismo culturale. Anche la preparazione degli attori risente di questo danno: la Tv ha consentito un’esplosione di possibilità di lavoro per tutti che ha certamente ampliato l’occupazione, ma ha anche appiattito e semplificato. Recitare è un pochino più complicato di quella cosa che si vede in televisione».

Foto: http://farm1.static.flickr.com/55/135819291_97858109c2_m.jpg
Articolo riportato integralmente da www.cinecorriere.it

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