Crisi di mezz'età? Un ricordo di tempi passati.

Saranno “i migliori anni della nostra vita”: la crisi di mezza età non esiste più, d'ora in poi sarà meglio parlare di “transizione”, come sostiene Carlo Strenger, della Tel Aviv University, autore di uno studio pubblicato su Psychoanalytic Psychology, Harvard Business Review. La vita media è infatti più lunga e più intensa di 40 anni fa, quando l'espressione fu coniata dallo psicanalista canadese Elliot Jacques: dopo i 50, la consapevolezza e la realizzazione del sé sono possibilità concrete ed è stato sfatato il mito secondo cui in età matura le funzionalità cerebrali cominciano a deteriorarsi.

Il meglio deve ancora arrivare. “Gli anni più intensi – spiega Carlo Strenger, autore dello studio – sono quelli che abbiamo davanti, non quelli che siamo lasciati alle spalle”. Una vera e propria iniezione di positività, la possibilità di realizzare i propri programmi, una fase della vita fatta di consapevolezza: dopo i 50, quello che si è sempre immaginato di sé ha tutte le chances di diventare realtà. Campioni di autostima. “Considerate – prosegue Strenger – di aver potenziato tutte le vostre abilità e di essere all'apice della realizzazione del sé: siete diventati quello che avreste sempre voluto essere, in barba a quanto la società si aspettava da voi”.

Non tirarsi indietro davanti agli ostacoli. Niente paura, i cambiamenti sono spunto per l'evoluzione a qualsiasi età: tuffarsi in una nuova sfida professionale non è affatto un passo avventato, le scelte saranno mature, basate su conoscenze ed esperienze di lungo corso e non frutto dell'incoscienza giovanile, per cui le possibilità di avere successo saranno tutt'altro che remote.

In compagnia è meglio. Discutere delle proprie scelte con la propria famiglia, con amici e colleghi è un'ottima strategia per raccogliere consigli e consensi: da adulti ci si circonda di persone che si conoscono bene e delle quali si ha stima, per cui i loro supporto è sempre più sincero e utile di quello dei “compagni di avventure” dei più giovani.

Ripreso integralmente da: www.ASCA.it

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