Non chiamateci vecchi.

7.580.745 milioni di ore di volontariato nel corso del 2007; 273.000 iscritti, quasi 40.000 volontari (il 45% è costituito da donne), 1500 sedi in tutta Italia. Un numero di persone assistite più che raddoppiato negli ultimi due anni. Nel corso del 2007 quasi 363.000 persone hanno usufruito dei servizi di aiuto del Filo d’Argento – il servizio di telefonia sociale dell’Auser dotato dal 2002 di un Numero Verde Nazionale - Erano 156.000 nel 2005. Sono numeri che fanno di Auser RisorsAnziani, nata vent’anni fa, la più rappresentativa associazione italiana di anziani volontari.

I prossimi 3, 4 e 5 dicembre l’Auser terrà a Viareggio il suo VII Congresso Nazionale, con la partecipazione di 350 delegati da tutta Italia in rappresentanza dei 273.000 iscritti. L’Auser è un’associazione sempre più chiamata a confrontarsi con problemi e bisogni crescenti degli anziani, con una difficilissima situazione economica e sociale del Paese, con un sistema di welfare soggetto a profondi cambiamenti, meno di cittadinanza e più compassionevole, scaricato sulle spalle del terzo settore e delle famiglie.

L’Auser giunge a questo VII Congresso Nazionale fortemente impegnata a promuovere una diversa idea della vecchiaia, a sfatare luoghi comuni ancora fortemente radicati. La sfida dell’Auser è una vera e propria battaglia culturale a favore di cittadini invisibili perché non più produttivi. L’estesa fascia demografica che va dai 60 agli 80 anni non chiede solo politiche volte all’assistenza ma il riconoscimento ad una prospettiva di bene-essere, di bene stare. La politica e l’economia continuano a vedere, invece, questi cittadini solo in termini di costi economici e sociali. Bisogna rovesciare tale impostazione che affronta la questione solo in termini di emergenza e non si misura con il diritto ad un progetto di vita, personale e civilmente riconosciuto, di oltre il 22% della popolazione italiana.
All’idea degli anziani come costo si associa una rappresentazione culturale della condizione degli anziani intristita e superficiale: in realtà non siamo in presenza di una galassia indistinta ma di persone a cui corrispondono problematiche diverse, in relazione alla diversa condizione di salute, di reddito, di istruzione, di integrazione relazionale o di solitudine. Siamo in presenza di diversi mondi vitali che possono alimentare il capitale sociale del Paese. Invecchiare bene non è solo un fatto di salute, ma è anche disponibilità al cambiamento, apertura al nuovo, esercizio di autonomia progettuale e di speranza.

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