La vita. Una partita a dadi o una fortuna da costruire?

"Il trascorrere del tempo non dovrebbe essere quindi considerato in se stesso come il nemico della speranza, poiché la vita è quella che ciascuno di noi si costruisce. La perdita di alcuni, ma certamente non di tutti i nostri attributi socialmente ed economicamente significativi, che comincia ad avvertirsi poco dopo i vent’anni e continua ad un ritmo estremamente graduale fino a quando si superano i settanta o gli ottanta, non conosce alcun episodio di declino improvviso o catastrofico né nelle prime fasi del processo né in quelle più tarde, quanto meno fino all’episodio finale. “Monotonico” è il termine usato per descrivere tale processo: si tratta cioè di un movimento che – qualunque sia l’intervallo, anche minimo, che viene considerato – appare sempre discendente, mai ascendente, e pertanto perfettamente consono a quella che è la più notevole caratteristica della personalità umana, vale a dire la capacità strategica di adattamento nel tempo.

L’età è una sfortuna, né più né meno inevitabile delle altre sfortune della vita che Machiavelli aveva in mente nel suo famoso capitolo del Principe intitolato Quanto possa nelle umane cose la Fortuna, e in che modo se gli possa obstare: “la fortuna è donna” scrive Machiavelli, con la sua caratteristica fallocratica misoginia “ed è necessario, volendola tenere sotto, batterla e urtarla”.

Peter Laslett, Una nuova mappa della vita. L’emergere della terza età, Il Mulino Universale Paperbacks 1992
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