"Alla fine (...) mi resi conto che non erano l’età e la vecchiaia l’oggetto delle mie ansie; che il mio rifiuto e la mia provocazione erano legati al timore di dover rinunciare a un modo di essere, non alla prospettiva di cessare di essere. E sebbene avessi sempre biasimato attrici, atleti, e altri adoratori della giovinezza che erano incapaci di immaginare un futuro diverso – alcuni dei quali avrebbero preferito morire piuttosto che invecchiare – ero caduta nella stessa trappola.
… Forse uno dei compensi dell’età è un corpo meno indulgente, che trasmette i suoi avvertimenti più rapidamente – non come tradimento ma come saggezza… Così iniziai ad impormi uno stile di vita più sano, divenni più incline all’introspezione, mi concessi più tempo per me stessa e per l’abitudine alla scrittura, come testimoniano queste pagine.
Nella mia fase attuale di invecchiamento e di ascolto, ho compreso l’importanza di partire dal corpo e dai cinque sensi. Per questo mi rivolgo al mio corpo per sapere come sarà il nuovo paese della vecchiaia. Guardare le mani di cui sono così fiera, per esempio, e constatare che presentano sul dorso macchiette scure dovute all’età, all’inizio è stato scioccante. Così chiedo loro cosa intendono esprimere. “Una bandiera sorretta da mani cosparse di macchie di fegato” mi rispondono. Ne ricavo il titolo per un prossimo articolo, oltre a sospettare che queste macchie siano dotate di un certo senso dell’umorismo".
Gloria Steinem, Autostima. Un viaggio alla scoperta della nostra forza interiore, BUR, 1997
Foto: courtesy of Flickr (http://www.flickr.com/cool-photos/902415751)