Il tempo non fa paura: ecco come invecchiare bene

«Ottanta, novanta, cento... non voglio raggiungere l’eternità attraverso le mie opere, voglio raggiungerla non morendo». Saggio di un Woody Allen, che ha saputo riassumere così bene il sogno di tutti noi. Sogno che si sta avvicinando sempre più, se è vero che l’aspettativa di vita per chi nasce oggi, suggerisce la scienza, è di 103 anni; 120 secondo quanto scritto nel nostro Dna. La strada per rallentare, e casomai invertire, i processi di invecchiamento è aperta. Complice la ricerca. Ma molto possiamo già fare noi: basta dare una mano ai geni. La longevità è un viaggio dove conta come pensiamo, ci nutriamo, reagiamo allo stress, affrontiamo il lavoro, investiamo nella vita affettiva, nella spiritualità. Piaccia o no, dicono ricercatori americani, è un progetto lungo quanto la vita.

L'importanza di tenere le cellule lontane dalla malattie degenerative

Per chi vuole ripercorrere le orme di personaggi come i Nobel Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini o come Umberto Veronesi, «esempi di entusiasmo e vitalità», lo strumento è la disciplina anti-aging (letteralmente anti-invecchiamento): si tratta di mantenere il più a lungo possibile la giovinezza delle nostre cellule per evitare e prevenire le malattie degenerative dell’invecchiamento. Come? Grazie a cibi «funzionali» arricchiti di acidi grassi Omega 3, vitamine, probiotici, sostanze come il licopene dei pomodori, il resveratrolo del vino rosso, la curcuma. Indicazioni valide per tutti, anche se la moderna medicina anti-aging punta più in là, ovvero ad usare il profilo genetico di ciascuno per ricavarne consigli personalizzati. Magari partendo da un esame del sangue.

La florabatterica intestinale va tenuta in perfetto ordine
Ma quali sono le armi che abbiamo più a portata di mano per «spostare indietro le lancette dell’orologio biologico» allungando il periodo che gli americani definiscono di «healthy longevity», ovvero «longevità in salute»? L’organo dove tutto si decide - spiegano gli esperti - è l’intestino. Uno dei primi ad accorgersi del nesso tra flora batterica e longevità fu il biologo russo Elia Metchnikoff. Già nel 1907, nei suoi studi condotti all’Università di Messina, capì che i bulgari arrivavano ai 90 anni, superando spesso i 100, proprio perché mangiavano tanto yogurt. E all’inizio del 2000 la ricerca gli ha dato ragione: si è infatti scoperto che la flora batterica dell’anziano cambia, arricchendosi di alcuni microbi, ma impoverendosi di utilissimi bifidobatteri.

Gli alimenti che aiutano: dallo yogurt al tè verde per arrivare al vino rosso
A partire dallo yogurt, che non deve mai mancare nella dieta, la vita si allunga a tavola. I ricercatori dell’Istituto di Scienze neurologiche del Cnr di Catania, in collaborazione con il Rockefeller Neuroscience Institute di Washington, hanno per esempio individuato un efficace «scudo» anti-Alzheimer e Parkinson nel pigmento (curcumino) che colora di giallo il curry indiano. Confermato dagli studi anche il famoso «paradosso francese»: un consumo moderato di alcolici, specie di vino rosso, protegge infatti cuore e arterie grazie agli anti-ossidanti che contiene. E poi c’è il tè verde: vista l’alta concentrazione di flavonoidi, sono sufficienti due tazze al giorno per ridurre il rischio di aterosclerosi, questo grazie al fatto che il tè verde ostacola il deposito di colesterolo. Anche i radicali liberi, causa dell’invecchiamento dell’organismo e soprattutto della pelle, possono essere combattuti attraverso le sostanze antiossidanti contenute nella bevanda.

Altra regola: non rinunciare mai al movimento
Se il cibo ci cura, altrettanto fa il movimento. E nonostante i venti di recessione, la buona notizia è che gli italiani e le italiane alla bellezza e alla salute non rinunciano. Fitness, beauty farm, e terme, in altre parole lo stare in forma, non conoscono per ora grande crisi, e anzi, quando manca la sicurezza sul futuro sembra che aumenti l’esigenza fisiologica di prendersi cura della propria persona. Lo stesso vale per la palestra, dove le iscrizioni ai corsi di Pilates e spinning, ad esempio, non hanno subito particolari flessioni. Insomma, quando il futuro è incerto, vale coccolarsi di più. E un pezzetto di cioccolato nero può far miracoli.

Riportato integralmente da: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/Benessere/grubrica.asp?ID_blog=26&ID_articolo=413&ID_sezione=33&sezione=Salute (a firma Claudia Ferrero)

Capitano, mio capitano.

In ogni uomo si nasconde un bambino dai cinque agli otto anni, l'età delle ingenuità morenti.
E' questo bambino nascosto che bisogna vedere con gli occhi della mente in quell'uomo che incute timore, un tipo rude, sopracciglia folte, baffo spesso e sguardo greve - un Capitano.
Anche lui ha dentro di sé, appena sotto la superficie, il ragazzino tontolone o discolo, che l'età ha trasformato in questo mostro, in questo potente.

Fonte: Paul Valéry, Cattivi Pensieri, Adelphi
Foto: courtesy of Flickr (http://www.flickr.com/photos/jcsuperstar60/2569634355/)

Com'è difficile essere se stessi...

Principio di similitudine.

Il più bello tra gli angeli volle farsi simile a Dio.
Gli uomini hanno voluto farsi simili agli Dei.
Dio si è fatto uomo.
Consiglia agli uomini di farsi simili ai bambini.
Così, nessuno sfugge all'imitazione.

Paul Valéry, Cattivi pensieri, Adelphi

Godiamoci la vita, adesso!

I nuovi vecchi sono appena nati. In Inghilterra li chiamano senior citizen, e non è una parola pietosa ma una nuova per una classe emergente, antropologicamente innovativa, molto numerosa ma poco visibile. In Italia Giampaolo Fabris, nell´ultimo saggio Franco Angeli ´Il nuovo consumatore verso il post moderno´, li descrive così: "La popolazione over 65 è la realtà emergente, frammentata in due categorie: i ´non vecchi´ e i ´vecchi attivi´. Moderni sotto tutti i punti di vista, hanno interessi e desideri, non vivono col culto del risparmio degli anziani veri, anzi vogliono, come indennizzo dei sacrifici compiuti, godersi la vita".
Le coppie di ´nuovi vecchi´ in America, quando hanno un ottimo reddito e una buona istruzione, li chiamano ´woff´ (well-old older folks); ma se i senior non sono più anziani e anche Ciampi ci pare un distinto signore e non un vecchietto, è anche perché, tempra di presidente a parte, tutta la società è diventata più giovane, all´insegna del ´vietato invecchiare´. "Oggi l´età non conta più molto, la popolazione viene censita in base al profilo psicologico, ai comportamenti, a quanti giornali si leggono, cosa si compra, quando si va in vacanza. Più che l´età, e anche più del reddito, contano gli stili di vita", spiega Annamaria Testa, memoria storica della pubblicità italiana. I desideri non hanno età, ma i numeri parlano chiaro: il mondo invecchia, ma la politica se ne infischia e non sempre il mercato se ne accorge. Eppure, incastrata tra il tasso demografico e quello pensionistico, la generazione dei baby boomers - i nati nel secondo dopoguerra, che tra tre anni supereranno i 65 anni senza intenzione di pensionarsi - potrebbe rivelarsi presto il più ghiotto segmento di mercato delle società ad alto consumo. Quello che per la Comunità Europea alle prese con i conti pensionistici è un problema, per il mercato è insomma un´opportunità tutta da cogliere. E la ragione è la medesima: "I baby boomers sono tanti", spiega Domenico Repetto, ricercatore dell´Eurispes. "Pasolini la chiamava ´la generazione eccedente´, quella nata con lo scoppio della pace e infoltita dall´eccesso di matrimoni e dalla scoperta degli antibiotici". Rovescio della medaglia: per tutti questi ´giovani per sempre´ il momento della pensione continua ad allontanarsi. "E un conto è convincerli che sono ancora così giovani da andare in vacanza alle Maldive, un altro costringerli a continuare lavorare dopo 35 anni di contributi", commenta Repetto.
In Europa, dove l´urto di questa carica di pensionati è stato previsto, i governi sponsorizzano programmi di riconversione dei saperi, di aggiornamento professionale, organizzazione di una socialità attiva, crociere ma anche impegno sociale, per chi non vuole, e non deve, invecchiare.
Ma le società si comportano in modo contraddittorio nei confronti degli ex cinquantenni, ora splendidi sessantenni, presto arzilli settantenni. Nonostante continuino a desiderare e a consumare, non sono ancora una priorità per l´industria. Si interroga la consulente Joanna L. Krotz, nell´ultimo numero di Bcentral: ´I boomers hanno perso marketing sex appeal?´. Eppure i numeri ci sono: negli Usa, per esempio, gli americani senior sono oltre 76 milioni, e addirittura il numero dei centenari nel mondo è raddoppiato negli ultimi dieci anni. Una rivoluzione sociale, una massa critica socialmente ed economicamente attiva. Che può spendere, e lo fa, con ritrovato edonismo. Che compra viaggi, libri, golf di cachemire, servizi finanziari, regali per i figli. A dispetto del fatto che i responsabili marketing sono ancora presi dalla sindrome ´cool & young´ e concentrano tutti i loro sforzi (prodotti ma anche comunicazione), sui segmenti più giovani. "È vero", commenta Assunta Squitieri, pubblicitaria della McCann, "si è portati a credere che una persona di sessanta anni abbia già esaurito la sua capacità di spesa ma soprattutto di scelta. Vale a dire che abbia già costruito la sua identità, come la sua vita: perciò ha certamente bisogno di meno cose. Ma non è detto che non sia curioso di cambiare. Sean Connery è in fondo un anziano ragazzino, però lo hanno chiamato come testimonial di una società di investimenti".
Gli splendidi sessantenni hanno il piacere di spendere e sperimentare. Internet, la più giovanilistica e complicata delle rivoluzioni, ne è un esempio: in America oltre l´80 per cento delle persone che navigano ha più di cinquanta anni. Certo, naviga più lentamente e su Google cerca più spesso notizie mediche che software da acquistare; previsioni meteo piuttosto che mp3: però compra viaggi, segue le breaking news e per oltre il 55 per cento usa la posta elettronica con la stessa passione, se non frequenza, dei ragazzi. Lo sa bene la AB Group, francese, che ha lanciato una televisione over 50: molta nostalgia, molti viaggi e tanta informazione non ansiogena. Colonna sonora? Naturalmente i Beatles.

Da L'Espresso, "Godiamoci la vita, adesso" di Carlotta Mismetti Capua
Foto: courtesy of flickr (www.flickr.com/photos/smichaels/2867496580/in/pool-541480@N24)

Forza, non dimentichiamo che c'è ancora tanto da fare!



Si tratta di uno spot pubblicitario realizzato da www.citymeals.org, un'associazione no-profit di New York che si occupa di assicurare cibo e riparo agli anziani indigenti.
Il testo, per chi non parla inglese, è questo:

"Ci sono 86.400 secondi nella sua giornata.
Questi sono solo 30 di quelli.
Aiuta citymeal-on-wheels a far sì che gli anziani
indigenti di New York non siano lasciati
senza cibo e soli"

La forza di carattere.

L’invecchiamento è diventato la paura maggiore di tutta una generazione. Ciò che noi temiamo individualmente la società lo predice demograficamente. Somme immense vengono spese per estirpare le cause dell’invecchiamento e per ritardarne l’arrivo. Ciò nonostante, la vecchiaia avanza con il passo regolare della statistica. I prossimi decenni saranno sempre più dominati dalla popolazione anziana. Non sappiamo se il ventunesimo secolo sarà rinverdito o meno dalla consapevolezza ecologica, ma di sicuro sarà ingrigito da una popolazione sempre più vecchia. Le nazioni sviluppate stanno invecchiando rapidissimamente; alcune, con l’estendersi della longevità, non riescono neppure a compensare le morti con le nascite. L’imperitura lotta di classe tra ricchi e poveri diventerà, nel nuovo secolo, una lotta tra Vecchi e Giovani.

Nel suo stupendo libro, America the Wise, Theodore Roszak attende con gioia il trionfo dei vecchi. Il semplice fatto che siano così numerosi potrebbe rivoluzionare la società, aiutandola a passare dal nostro predatorio capitalismo e dallo sfruttamento ambientale a quella che Roszak definisce “la sopravvivenza del più mite”. La sempre crescente percentuale di anziani nella popolazione fa pendere la bilancia in favore di valori che, secondo Roszak, stanno a cuore agli anziani: l’alleviamento delle sofferenze, la nonviolenza, la giustizia, l’accudimento e la conservazione della salute e della bellezza del pianeta”.

Ciascuno di noi può contribuire a promuovere la visione di Roszak: innanzitutto esorcizzando l’idea morbosa di vecchiaia che mantiene i cittadini anziani paralizzati nella depressione, immeschiniti dalla rabbia e alienati dalla loro vocazione di antenati; in secondo luogo, ripristinando l’idea di carattere, che rafforza la fede nell’unicità dell’individuo come forza strumentale capace di influire su ciò che ciascuno apporta al pianeta.

L’indagine approfondita del carattere che possiamo condurre invecchiando ci porta in una terra inesplorata. Le mappe correnti della vecchiaia, che non tengono conto del carattere, sono piene di dati oggettivi ma piatte, senza vette di ispirazione e profondità di anima; mentre gli scritti sul carattere si presentano non tanto come guide alle miniere e alle sorgenti della natura umana, quanto come manuali per educare, e reprimere,i giovani. Benché i moralisti cerchino di cooptarne l’idea nei loro programmi, prima che morale la forza del carattere è naturale. Prima di essere sottoposto alla disciplina morale, il carattere va indagato come idea.


Da: James Hillman, La forza del carattere, Adelphi, 2000.
Foto: courtesy of Flickr (mano: http://www.flickr.com/photos/dlsimages/2252098845/; nonna Potter: http://www.flickr.com/photos/blackwize/2073983350/

A proposito di cattivi momenti...


I cattivi momenti sono fatti per apprendere certe cose che gli altri momenti non mostrano.

Cattivi, in senso assoluto e oggettivo, sono i momenti in cui non vi è nulla da afferrare, in cui non è possibile afferrare niente che si possa portare con sé nel cielo della mente.

...Di questi momenti, alcuni passano per buoni agli occhi della gente comune.


Paul Valéry, Cattivi pensieri, Adelphi, 2006
Foto: courtesy of Flickr (http://www.flickr.com/photos/nickyseyeview/2443363629/)

Ottant'anni e non sentirseli (e non mostrarli)


Ottant’anni e non sentirseli. Avete capito bene: Ray Moon, il signore tutto bicipiti e olio abbronzante al centro della foto, tra poco spegnerà le sue “prime” 80 candeline.
Ma questo non gli ha impedito di partecipare ai campionati di bodybuilding di Melbourne (in Australia), dove ha stravinto nella categoria “over 60”.
Di certo non è un tipo che si arrende facilmente: prima di iniziare il faticoso allenamento – cinque giorni di palestra alla settimana e una dieta iperproteica – che l’ha portato alla vittoria, Ray ne ha passate di tutti i colori. La poliomelite, un intervento a cuore aperto, problemi alla prostata e persino un tracollo finanziario.
Ma a vederlo mentre mostra i muscoli, si direbbe si sia ripreso perfettamente!

Foto e articoli riportati da www.focus.it, 6 ottobre 2008

Ruolo e destino.

All the world is a stage
And all the men and women the players on it.
(Shakespeare, As you like it)

Giustissimo! Ciascuno, indipendentemente da chi è realmente e in sé, deve recitare un ruolo che il destino gli ha assegnato dall'esterno, stabilendone il ceto, l'educazione e le condizioni di vita. L'applicazione pratica più ovvia di ciò mi sembra essere questa: nella vita, come sulla scena, bisogna distinguere l'attore dal suo ruolo, dunque l'uomo come tale da ciò che rappresenta, cioè dalla parte che il suo ceto e le sue condizioni di vita gli hanno assegnato. Ora, come spesso il peggiore attore fa la parte del re e il migliore quella del mendicante, così può accadere nella vita, e anche qui è sintomo di rozzezza scambiare l'attore con il suo ruolo.

Schopenhauer, L'arte di invecchiare, Adelphi

Come superare i 90 anni in bellezza.

Non rinunciare a vivere, perché il futuro è nelle nostre mani; fare attività fisica, almeno un chilometro al giorno, e tenere la mente in esercizio, leggendo libri e giornali; conservare le amicizie e farne di nuove; uscire di casa due o più volte al giorno e mangiare sempre sano. Ma soprattutto, non fumare, fare affidamento su un bravo dottore e accettare con serietà e intelligenza il mondo che cambia. Sono i dieci piccoli consigli per invecchiare bene, restando attivi e in buona salute, elaborati dal Gruppo di ricerca geriatrica di Brescia. Questi studiosi hanno preso in esame la vita di un gruppo di over75 bresciani e hanno valutato i fattori determinanti per un invecchiamento di successo, che hanno consentito loro di spegnere le 90 candeline. In primo piano la genetica, cioè l’aver avuto genitori longevi, ma anche l’attività fisica moderata, un’alimentazione equilibrata e l’aver avuto una vita sociale significativa.

Riportato da: Intrage.it, 1 ottobre 2008
Cliccare qui per vedere il testo integrale del documento relativo alla ricerca (da Centro Studi Maderna).
Foto: courtesy of Flickr (http://www.flickr.com/photos/meriem/35984854/)

Ridere, lavorare e fare l'amore. Ecco come si ritarda l'invecchiamento!

Ritardare l'invecchiamento si può: basta ridere, lavorare e fare l'amore. Lo sostengono alcuni ricercatori riuniti a Parigi, nella sede centale dell'Unesco, per il forum dedicato alla medicina dal titolo "Invecchiare giovani".
Quindici specialisti francesi hanno spiegato le ultime scoperte scientifiche in materia di longevità, ponendo l'accento sulla dimensione "irrazionale" e non su quella fisiologica. Per cui invecchiare bene dipende "in larga parte dall'umore". Per Francoise Forette, direttrice della fondazione nazionale di gerontologia, occorre "capacità di vedere la vita in rosa".
Diversi studi - olandesi, inglesi, giapponesi, americani e francesi - dimostrano l'importanza di vivere all'insegna dell'ottimismo e che tra questo e avere una vita lunga c'è un forte legame.
Analizzando alcuni dati di un'inchiesta condotta su un campione di 1000 persone di età compresa tra i 65 e gli 84 anni si capisce come il tasso di mortalità degli ottimisti sia del 45% inferiore a quello dei pessimisti.
Un'altra ricerca dimostra che prendere la vita con filosofia rende più forti (proprio perché vengono prodotti più anticorpi) contro le malattie polmonari.
Parte fondamentale per vedere la vita con allegria ed ottimismo è il sesso o la tenerezza. L'attività sessuale degli anziani - tabù per molto tempo - è fondamentale per una vita serena. Adesso i 65-85enni che praticano sesso sono molti di più, in particolare rispetto agli ultimi 20 anni, e non importa raggiungere l'orgasmo, ma sentirsi soddisfatti poiché l'unico obbligo è stare bene. Secondo la gerontologa, nella terza età "vince la tenerezza sul resto".
Il lavoro è poi fondamentale per ritardare l'invecchiamento; le attività che richiedono un grande sforzo intellettuale e, quindi, fanno correre veloce il cervello, tengono lontane le malattie neurodegenerative. Questo pone un nuovo problema: l'età pensionabile. Non esiste un'età opportuna per andare in pensione, in quanto non c'è un limite valido per tutti al 100%.

Riportato da: comunicaweb.it, 19 settembre 2008
Foto: courtesy of Flickr (http://www.flickr.com/photos/zachdb/98305077/)

Memorylab

il laboratorio della memoria