Preghiera di una monaca del diciottesimo secolo.

Signore, tu sai meglio di me che io sto invecchiando e che un giorno sarò vecchia. Tienimi lontana dall’abitudine di pensare di avere sempre qualcosa da dire su ogni argomento e in ogni occasione. Liberami dal desiderio di sbrogliare gli affari di tutti. Rendimi disponibile, ma non senza senno, capace di aiutare ma non autoritaria. Con la mia vasta provvista di saggezza potrebbe sembrare un peccato non usarla tutta, ma tu sai, Signore, che io desidero avere alcuni amici alla fine.
Trattieni la mia mente dal racconto di dettagli infiniti; dammi ali per arrivare al punto cruciale. Sigilla le mie labbra sui miei dolori e mali fisici. Essi sono in aumento e la tentazione di riversarli diventa sempre più dolce man mano che gli anni passano. Non oso chiedere la grazia sufficiente per domandare di apprezzare il racconto dei mali altrui, ma aiutami a sopportarli con pazienza.
Non oso chiedere una memoria che migliori, ma un po’ più di umiltà e meno testardaggine quando la mia memoria sembra cozzare con quella degli altri. Insegnami la gloriosa lezione che in qualche occasione posso avere torto.
Mantienimi ragionevolmente mite; non voglio essere una santa – con alcuni di loro è così difficile convivere – ma una persona vecchia e acida è uno dei capolavori del demonio.
Dammi la capacità di vedere cose buone in luoghi inaspettati e talenti in persone inaspettate. E dammi, o Signore, la grazia di dirglielo.
Amen

Fonte: riportato da Alba Marcoli, Passaggi di vita. Le crisi che ci spingono a crescere, Mondadori, 2003
Foto: courtesy of Flickr (http://www.flickr.com/photos/olahus/224976050/)

I vecchi dovrebbero essere esploratori.

Home is where one start from.
As we grow older the world becomes stranger,
the pattern more complicated
of dead and living.
Not the intense moment
Isolated, with no before and after,
but a lifetime burning in every moment
And not the lifetime of one man only
But of old stones that cannot be deciphered.

There is a time for the evening under starlight,
A time for the evening under lamplight
(The evening with the photograph album).
Love is more nearly itself
Where here and now cease to matter.

Old men ought to be explorers
Here and there does not matter.
We must be still and still moving
Into another intensity
For a further union, a deeper communion
Through the dark cold and the empty desolation,
The wave cry, and wind cry, the vast waters
Of the petrel and the porpoise.
In my end is my beginning.

T.S. Eliot, Four Quartets.

Casa è da dove si parte. Invecchiando
il mondo diventa più estraneo, lo schema più complicato
di morti e vivi. Non il momento intenso
isolato, senza prima né dopo,
ma una vita che brucia in ogni momento
e non la vita di un solo uomo
ma di vecchie pietre indecifrabili.

C'è un tempo per la sera alla luce delle stelle,
un tempo per la sera alla luce della lampada
(la sera con l'album di fotografie).
L'amore si avvicina più a se stesso
quando qui e ora cessano di importare.
I vecchi dovrebbero essere esploratori
qua o là non importa
dobbiamo essere in movimento ancora e ancora
verso un'altra intensità
per un'ulteriore unione, una più profonda comunione
nel freddo buio e la desolazione vuota,
il grido delle onde, il grido del vento, le vaste acque
del petrello e della focena.
Nella mia fine è il mio principio.

(traduzione Feltrinelli, 2003)

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